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Minosse, la meteorologia accademica e la legge dei grandi numeri

Articolo a cura del webmaster, nella sua veste di ricercatore web, statistico e informatico...insomma, a volte aver preso una laurea serve anche per poter scrivere un post.

Arriva Minosse, la terza ondata di caldo dell'estate 2012... Ebbene, leggendo qua e là i post e articoli di giornale, fa sorridere come una parte della comunità scientifica nel campo della meteorologia, si sia particolarmente inacidita verso questo portale meteo privato, che sull'onda del successo, è capace di dare un nome a anticicloni e cicloni che arrivano sul nostro paese. Questo non è un privilegio dato dal prestigio accademico, nè da un'istituzione riconosciuta. E' semplicemente quanto di più democratico possa accadere, in quanto i nomi che poi appaiono su tutti i giornali ( anche quelli che ne parlano male) li danno gli utenti di un forum, quello del iLMeteo.it.
Non esiste smanettone o internauta dilettante che non conosca questo sito web, che almeno una volta al giorno non vi faccia visita. Questo va visto ed interpretato sotto vari aspetti, in primis quello dell'audience che questo sito è capace di fare. Si parla di dati ufficiali Alexa, che lo posizionano al di sopra dei 1000 su scala globale. Stiamo parlando di una scala planetaria che vede al primo posto Google.com e giù via via tanti altri siti ( molti dei quali internazionali, come ebay.com, facebook.com, twitter.com, tripadvisor.com, expedia.com, wikipedia.com e via via...) fino ad arrivare a ilmeteo.it, completamente in italiano.
Un microcosmo, quello dei siti web in lingua del bel paese, che si trova sempre su fondo scala minimo, in quanto non possiamo con siti italiani competere con le quote raggiunte da siti web statunitensi, cinesi, inglesi e indiani. Eppure, nella moltitudine del web 2.0, si fa largo un sito nato 12 anni fa, nel nord Italia, che oggi vanta una posizione invidiabile, che di 2.0 ha ben poco, e con una grafica primi anni 2000 ma, che miete vittime tra i concorrenti e fa grandi risultati. Stiamo parlando di enormi risultati in termini di visitatori, punte a 35 milioni al mese. Con questi numeri, per entrare in competizione, bisogna essere ai livelli di una testata giornalistica o di una emittente televisiva. Ma qui non è La Repubblica, Il Messaggero o Mediaset.it. Una iniziativa privata, fondi privati, hardware privato. Un grosso investimento in termini di macchine capaci di elaborare modelli che ci azzeccano, ed è questo che li ha resi celebri. Grafica semplice, intuitiva ( come ho detto sopra, non molto aggiornata) ma ancora vincente. Posso dirlo con certezza: ilmeteo.it dice alla gente quello che vuole sapere. Ma stiamo parlando di gente comune, non dei surfisti ( tanto per far capire che sto scrivendo su todaysurf.com).
Vogliono sapere se e a che ora più o meno pioverà. Se ne sbattono altamente di conoscere il perchè di quel temporale, al massimo si danno una letta all'editoriale, per capire come viene interpretato l'immediato futuro e se è il caso di riattivare l'assicurazione allo scooter.
Eppure, questa grande moltitudine di visitatori, fa le statistiche di questo grande sito italiano, che negli ultmii anni, sta cercando anche di tirarci su i fondi per mantenersi. Una webfarm  con 1000 processori costa, consuma e va mantenuta. Ecco perchè ilmeteo.it si è riempito di pubblicità. Più si mantiene potente, più sale il potere di calcolo. Ecco come funzionano i modelli meteo. Più è potente più è attendibile, più è attendibile, più la gente se lo caga... Ma anche se ora, in tanti altri provano a lanciare siti dedicati al meteo, pensando di avere l'esclusivo dono della conoscenza, sono arrivati tardi. Nel web, se hai l'idea buona e arrivi prima, hai successo. Se sei secondo, non conti nulla.
Ecco perchè nonostante molti ne parlino male e ci provano, difficilmente avranno modo di scalare la vetta di Alexa ed eguagliare l'ottimo lavoro portato avanti da Antonio Sanò. "Bravo Antonio" questo mi sento di dire. "Hai prodotto un ottimo risultato nel campo del web, che parla di meteo, fornisce le previsioni più consultate in Italia e il tuo portfolio ti da ragione. Peccato però che un surfista non ti consulta. Ma non perchè non azzecchi le swell, ma perchè la rapidità dell'interfaccia che il sito offre per sapere se piove o c'è il sole, non è altrettanto accurata per sapere quando ci sono le onde e da dove vengono, ma dici quanto sono alte e che vento tira... Bisogna aprirsi i modelli colorati, anzichè darsi uno sguardo veloce dall'iPhone. "
Insomma, su un sito web meteo di un noto "uomo delle previsioni" della tv, più e più volte ho letto la falsariga di una previsione o un editoriale. Lavorare per un famoso centro di elaborazione ed essere sostituito da avvententi presentatrici l'ha avvelenato a tal punto dal parlar male anche di chi fa il meteo sul web da molto prima di lui, e con grande successo.
Insomma, anche se sei un meteorologo, ed hai un centro di calcolo, non vuol dire che gli altri parlino di patate lesse...
Concludendo, ecco di seguito cosa è bello e cosa è non bello de iLMeteo.it:
homepage: in certi giorni, quando sono stimati i massimi afflussi, la pubblicità in flash è fastidiosa; 8 banner medi ( quadrati e leaderboard) sulla home sono esagerati; la homepage ha bisogno di 4 scroll, troppo lunga, poco 2.0 sia in grafica che nella disposizione dei contenuti; contenuti del sito, plugin e widget per esempio e tanto altro, disseminati in maniera disordinata.
Cosa mi piace: la barra di ricerca delle località in alto; migliorerei la grafica di selezione delle aree tematiche ( Italia, Estero, Webcam, Marine...); le mappe dei mari le farei più accessibili e meno a valle di links; organizzazione dei contenuti, per gli utenti più esigenti ( questo perchè dei 35 milioni mensili, qualche centinaia di migliaia vorrebbe approfondire alcuni argomenti e consultare dei modelli o mappe che sono "nascoste" sotto links e menù di navigazione che sembrano pubblicità...); la sua attendibilità. Le "cantonate" sulle precipitazioni sono assai rare, sulle mareggiate purtroppo non è un sito tecnico, ripeto, non fornisce il dato direzione dell'onda sulla grafica classica delle previsioni.
Quindi, che tu sia un surfista, un camionista o un meteorologo, guarda dove ti pare e se lo fai un motivo ci sarà.
Se in Italia, ormai, loro possono dare il nome agli anti-cicloni, ormai è tardi per fare polemica. Sono arrivati primi...e poi diciamoci la verità, ora almeno c'è l'alternativa al "non ci sono più le mezze stagioni...".


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