Report di una giornata di Bora suprema... 26 Ottobre 2010 in Adriatico
E' difficile oggi saper dire dove è stato meglio fare surf. Di certo oggi era un giorno grosso. Il mare era molto mosso, il vento ancora sta soffiando a oltre 30 nodi da NE ( sono le 21.00) e tutte le molecole dell'Adriatico del centro-nord si stanno ossigenando alla grande con tutto il marasma che smuovono le onde o meglio i cavalloni da Bora. Si perchè nel 90 per cento dei nostri spot, la Bora si può dire che è quasi un'esclusiva autunnale. Ma i risultati spesso lasciano a desiderare. Si perchè è una mareggiata poco profonda... Non proviene da più il là di cento cinquanta kilometri... Si "monta" in un attimo, e altrettanto velocemente scade. E' la classica swell di chi ha culo, si perchè per beccare l'ora ideale di una scaduta da bora, bisogna essere pronti ed avere il tempo per farlo, allo spot ed entrare quand'è meglio. Questo perchè il meglio, in una giornata come oggi non è facile da trovarsi. Il vento teso, come previsto, schiacciava i cavalloni, schiumone impressionanti a 400 metri dalla battigia. A Fano, come nel post precedente, si scende in acqua con facilità dal molo di ponente. C'è chi è andato al Pentegana, e Dio solo sa che fatica per raggiungere la lineup. Al Lido il break si può dire che era all'imboccatura del porto, puntanto verso il molo Arzilla. Non esistono serie nè tempi d'attesa. Un susseguirsi continuo di onde oltre i 2 metri che nei momenti migliori potevano innalzarsi oltre. Mi son trovato su scarpate veramente ripide e veramente alte. Completamente appoggiato sul tail del longboard per non finire a planare con la faccia ho sentito la tavola reattiva come uno short. Velocità e potenza ma durano poco. Queste onde, da Bora, finiscono presto, si rompono, si schiacciano e dal muro d'acqua da cui ti eri lanciato, ti trovi subito in una pianura e distesa di schiuma alle spalle. Un'onda, però, è bastata a farti sentire al massmo. S'impenna a sette metri da te, ti spinge e ti proietta in un popup alla velocità della luce. La prendi in back e cominci ad avanzare mentre lei perde portanza. Senti sotto che riprende vigore, puoi spostarti di nuovo più sul tail, curvi e tagli, la tagli e sotto scorrono i metri. Dal molo di ponente ora mi trovo in mezzo alla baia del Lido di Fano. Ancora spinge, avanzo un po', sto attento a non ingavonare, mi accovaccio e dietro ho un metro abbondante che mostra un fronte di diversi metri. Spinge ancora e mi trovo ormai "ai sacchi sommersi". E' stata l'onda più lunga mai surfata a Fano!
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