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Vacanze e Surf a Bali: diario di viaggio #2

 Dal nostro amico e lettore Diego Angelo Bonvicini.
Seconda Parte
 Se fossi stato un appassionato di motori probabilmente mi sarei emozionato non poco a vedere i preparativi per l’imminente gran premio di formula uno; ma io sono appassionato di surf, quindi il mio sguardo era proiettato ai giorni seguenti. Bali. Finalmente Bali. La strada dall’aeroporto a Kuta ti fa capire subito dove sei, nel caso fossi arrivato li’ per caso. Billabong Outlet, Surfboard Outlet, Quiksilver Megastore, faccione di Kelly Slater che ti dice che il prossimo ad usare i suoi short sarai tu. Purtroppo, come avevo letto, la gente di Bali è un po’ cambiata, i tassisti non sono più così gentili e disponibili ad accompagnarti per i vari hotel per decidere la tua sistemazione con il sorriso sulle labbra, e così, una volta arrivati a Padang Padang, abbiamo avuto modo di dare un’occhiata solo ad un paio di piccoli villaggi / ostelli e decidiamo quasi subito per l’ Ayu Guna Inn (20euro a notte a stanza). Il posto si è rivelato una buona scelta, camere accoglienti e senza pretese, qualche shop a pochi passi, un bar, un prezioso ATM (banca) e a 5 minuti dalla spiaggia. La Spiaggia. La famosa spiaggia di Padang Padang dove un mese prima si era svolto il Rip Curl Pro, con i tubi “in doppio”. Solo una volta tornato ho scoperto che la spiaggia del contest era poco più avanti e non quella in cui sono stato io (damn!). Ma l’emozione provata resta comunque, anche perché una volta scesi gli scaloni tra le rovine di un tempio, una volta passati attraverso un crepa nella scogliera, mi si è presentato davanti il sogno di ogni surfista con donna non surfista al seguito. Spiaggia con mare calmo e trasparente per i primi 50 metri e reef con onde pulite, regolari e costanti subito dopo i 50 metri di mare calmo. Sembrava davvero la perfetta congiunzione tra la crema da sole della mia ragazza e la paraffina della mia tavola.

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